19 Settembre 2024
Ritorno alla campagna: una tendenza globale che unisce Giappone e Italia
La serata di settembre, che ci ha fatti ritrovare dopo la pausa estiva, ha trattato un tema di grande rilevanza e attualità nel nostro percorso delle nostre conviviali dedicate allo spazio urbano e del crescente fenomeno del ritorno alle aree rurali.
Il relatore, Lorenzo Colantoni, giornalista ambientale di fama e ricercatore presso l’Istituto Affari Internazionali (IAI), ha condiviso la sua esperienza sul campo, maturata in diverse parti del mondo tra cui Giappone, Sudest Asiatico, Africa Sub Sahariana e America Latina. Colantoni, collaboratore di prestigiosi media come National Geographic, the Guardian e il Corriere della Sera, ha offerto un’analisi profonda e sfaccettata di questo movimento globale, che si sviluppa lungo due traiettorie: da un lato, l’urbanizzazione massiva che ha svuotato le campagne, dall’altro, un ritorno alle radici rurali spinto da una crescente insoddisfazione verso le città e dalla ricerca di un nuovo equilibrio con la natura.
Il Giappone rappresenta un esempio perfetto di questa dualità: le sue megalopoli tecnologiche contrastano nettamente con i villaggi rurali spesso abbandonati. Fino agli anni ’50, il Giappone era prevalentemente rurale, ma l’urbanizzazione rapida ha portato all’abbandono di oltre 8 milioni di case. Oggi, però, sempre più giovani giapponesi stanno riscoprendo le loro radici agricole, guidati da una profonda connessione con la spiritualità e le tradizioni locali. Le risaie giapponesi, per esempio, evocano lo stesso significato culturale che in Italia hanno i vigneti e gli uliveti, simboli di tradizione familiare e continuità.
Anche l’Italia segue una traiettoria simile, pur con le proprie peculiarità. L’urbanizzazione ha concentrato gran parte della popolazione nelle città, lasciando vaste aree rurali e circa il 6% delle abitazioni abbandonate. Tuttavia, le campagne italiane offrono una via di fuga per chi cerca uno stile di vita più sostenibile, in armonia con le tradizioni agricole e il territorio.
Questo fenomeno di “ritorno alla terra” non riguarda solo Giappone e Italia, ma si estende a livello globale, coinvolgendo paesi come Spagna, Francia, Regno Unito e persino regioni dell’Africa Sub-Sahariana. La pandemia ha accelerato questa tendenza, grazie anche all’aumento del lavoro da remoto, che ha reso possibile vivere in campagna senza rinunciare a opportunità lavorative. A livello globale, la delusione verso le città, una volta viste come motori di crescita e prosperità, sta spingendo le persone a rivalutare la vita rurale e a riscoprire il valore delle comunità locali e della sostenibilità.
Colantoni ha sottolineato che questo movimento non è privo di ostacoli. In Giappone, alcune regioni come Daisen stanno investendo risorse per rivitalizzare le campagne, recuperando terreni coltivabili e rinnovando il tessuto comunitario, mentre in altre aree il cambiamento procede più lentamente, segnato da un profondo distacco tra città e campagna. Per affrontare questa sfida, sarà fondamentale il supporto delle istituzioni e un cambio di percezione nei confronti delle aree rurali e delle loro opportunità economiche.
In conclusione, il ritorno alla campagna rappresenta una risposta culturale, economica e spirituale alla crisi delle città moderne. Un fenomeno che merita di essere osservato attentamente, poiché potrebbe offrire soluzioni innovative per un futuro più sostenibile.
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